La Resistente, ovvero storie di atleti socialisti

28.12.2020 10:20 di  Redazione StPauli   vedi letture
La Resistente, ovvero storie di atleti socialisti

La liberazione della città dai nazifascisti prima dell'arrivo degli alleati, la rivolta del 30 giugno del '60 contro il convegno del Msi e quella del luglio 2001 contro il G8. Genova, la Genova "sempre umana, presente e partigiana" cantata dal poeta Giorgio Caproni, ha scritto tante pagine fondamentali della storia d'Italia, anzi spesso quella storia l'ha anticipata. Ed è proprio a questo immaginario collettivo di una città ribelle, fatto di lotte e conquiste sociali, che La Resistente, storica squadra di calcio popolare del capoluogo ligure, fa da sempre riferimento, come si evince dal suo stesso nome.

Le orgini. "Il nostro progetto - spiega il direttivo della società - nasce 14 anni fa quando un gruppo di amici e compagni decise di formare una squadra a 7 per partecipare ai campionati amatoriali e ai primi tornei autogestiti organizzati dalle realtà antirazziste a Genova e non solo. Dopo molti anni, constatando che sempre più compagni si stavano avvicinando al progetto, ci siamo resi conto che i tempi erano ormai maturi per provare a fare un salto di qualità. Così nel 2017 abbiamo deciso di dare vita anche a una squadra a 11, iscrivendola inizialmente al campionato Uisp. E soprattutto abbiamo deciso che questa squadra doveva avere sempre dei tifosi sugli spalti a sostenerla e a promuovere i suoi valori: antirazzismo, antifascismo e antisessismo. E così è stato". 

La crescita. "Dal 2017 quindi - continua il racconto - abbiamo iniziato a strutturarci come una società sportiva vera e propria, con un campo di allenamento, un allenatore e un discreto seguito sulle gradinate. Dopo due anni di militanza nel campionato Uisp a 11, abbiamo fondato un'associazione sportiva dilettantistica, aperto la nostra prima sede e deciso di fare il grande salto in Figc, anche per dare più 'visibilità' alle nostre istanze politiche e sociali". 

Un altro calcio è possibile. "Volevamo dimostrare coi fatti - sottolinea il direttivo de La Resistente - che un altro modello di calcio, basato sul sostegno economico e la partecipazione attiva dei tifosi (quest'anno sono circa 130 i soci che sostengono il progetto sottoscrivendo una tessera da 50 euro) e non sul mecenate di turno, è non solo possibile e sostenibile ma può essere anche vincente. Senza dimenticarci però da dove eravamo partiti, ossia il campionato a 7 Uisp dove alcuni di noi continuano a giocare insieme ad altri compagni che si sono aggiunti negli anni. Infatti ora le squadre Uisp a 7 sono 2, oltre alla prima squadra iscritta al campionato di Seconda Categoria. Purtroppo però con il lockdown del marzo scorso la nostra prima stagione in Figc si è fermata a metà e di fatto questa stagione non è ancora partita se non come allenamenti e Coppa Liguria". 

I successi. "In questi anni - proseguono i fondatori della società - sono state tante le gratificazioni, tanti i motivi che ci hanno spinto ad andare avanti provando ogni anno ad allargare ulteriormente il progetto. Sicuramente l’aver coinvolto nelle nostre attività sportive ma anche nelle iniziative sociali e politiche che promuoviamo, tante persone che neanche conoscevamo, è stato motivo di soddisfazione. Siamo poi particolarmente orgogliosi di un progetto con i migranti richiedenti asilo che portiamo avanti da oltre 6 anni, grazie al sostegno di alcuni lavoratori del porto di Genova che ci hanno messo a disposizione gratuitamente il campo a 5 del circolo dell’autorità portuale per giocare con loro. E alcuni di questi ragazzi li abbiamo anche inseriti nelle nostre squadre a 7 e a 11, creando un rapporto che va avanti da molti anni". 

Il calcio è dei bambini. "Un altro progetto che vogliamo citare ma che purtroppo a causa dell’emergenza sanitaria abbiamo dovuto interrompere negli ultimi mesi - ricordano - è il calcio in strada con i bambini. Grazie alla disponibilità di due nostri amici allenatori, infatti, abbiamo organizzato degli allenamenti in alcune piazze del centro storico, a cui hanno partecipato molti bimbi della zona, trasformando per qualche ora quelle piazze in dei campetti da pallone improvvisati".

Il futuro. "Il nostro obiettivo - conclude il direttivo de La Resistente - è di crescere ulteriormente non tanto sotto il profilo dei risultati ma proprio come soggetto aggregativo in città, continuando ad organizzare, come facciamo ormai da molti anni, serate musicali, presentazioni di libri, dibattiti e altre iniziative di autofinanziamento. Abbiamo poi il sogno di aprire una vera e propria scuola di calcio popolare, di fondare anche una squadra femminile e di trovare un impianto sportivo da autogestire ma andiamo avanti un passo per volta, cercando ogni anno di aggiungere un piccolo tassello al nostro progetto sportivo e sociale".